Non so quando iniziai a scoprire il dolore, ne quando esso divenne una parte costante delle mie giornate, fino ad inghiottirmi. So solo che tutto iniziò ad andare male quando mio padre si fece un’amante. C’erano le liti, i silenzi e le urla, io allora avevo solo 18 anni e mi sentivo tradita. Mio padre non lascio casa nostra ma lascio me, mia sorella e mia madre in altri mille modi.
In quell’anno scoprii che per abbandonare qualcuno non bisogna per forza scappare, si può non considerare più qualcuno e continuare a viverci insieme.
Nello stesso periodo iniziarono i miei problemi alimentari, divenni ossessiva col peso, la bilancia, i cm, sapevo le calorie di qualsiasi cibo a memoria. L’impotenza, la rabbia e il dolore erano così ingestibili che dovevo controllare qualcosa per tenere tutto dentro, come se la mia ossessione per il peso tenesse tutte quelle emozioni a freno, una diga che blocca un fiume in piena. Si accorsero del problema, iniziai a mangiare a tavola e vomitare due minuti dopo in bagno. Passai pomeriggi d’inferno tra frigorifero, bilancia e specchio.
Poi le cose iniziarono a migliorare da sole, le emozioni così forti si quietarono, mi abituai alla situazione , ogni tanto tornavo a ossessionarmi un po’ ma dopo la maturità avevo tanti obiettivi nuovi e le situazioni vecchie persero un po’ del loro peso. Mio padre non torno più quello di prima, ma trovai un lavoretto da fare il sabato come commessa e mi iscrissi all’università degli studi di Milano in filosofia.
Mi sentivo rinata e persa allo stesso tempo. Un po’ più vuota di prima, come se quel primo momento di dolore avesse mangiato una piccola parte di me. Ma pensavo che la mia parte dura di vita fosse finita, pensavo che da li in poi mi aspettava la fine delle favole, i vissero felici e contenti.
Invece non avevo neancora incontrato il mio lupo.
#stellaguerriera